#PostCovid Guardiamo all’innovazione
Quando la tempesta finisce
Molte società hanno chiuso e altre chiuderanno, ma per chi rimane in piedi le prospettive di ripresa sono a breve o a lungo termine?
Quando un giorno, sui libri di storia, si leggerà (probabilmente) della pandemia del Covid-19, quella che sarà narrata potrebbe assomigliare a una storia di adattamento e ingegnosità.
Non perché questa pandemia non sia stata devastante, con le sue attuali 890.000 vittime nel mondo. Ma perché – secondo le iniziali previsioni – le vittime sarebbero dovute essere diversi milioni.
Cosa ha permesso allora di contenere e limitare, inaspettatamente, questa pandemia che sembrava essere inarrestabile? La capacità di adattamento dell’uomo.
Soffermiamoci a pensare: sono trascorsi circa 7 mesi dall’inizio di questa pandemia. Non ci sembra ieri?
Dopo qualche iniziale resistenza, tipica anch’essa del genere umano, ci siamo abituati: alla mascherina, ai saluti senza effusioni, a rinunciare a ristoranti, discoteche, manifestazioni in piazza.
C’è chi poeticamente la definisce resilienza, ma in fondo altro non è che capacità di adattamento.
Forse la più grande qualità del genere umano, quella che da 300 mila anni consente alla specie umana di continuare a proliferare e crescere incessantemente.
A livello sanitario, priorità assoluta di questi ultimi mesi, i governi e le strutture si sono rimboccati le maniche e riorganizzati.
Parole d’ordine: Prevenire e Limitare. E siamo sulla buona strada, i risultati hanno anche superato le iniziali aspettative.
Certo, non tutti i paesi hanno saputo reagire e riorganizzarsi con la stessa prontezza ed efficacia nell’immediato.
Il Covid-19 ha fatto emergere le profonde lacune dei sistemi sanitari nazionali. Ed è così che nei paesi come il nostro, che di lacune ne aveva parecchie, si è pagato uno scotto iniziale nettamente superiore rispetto ad altri, come la Germania, che di lacune ne avevano assai meno.
Una sorta di effetto “Vaso di Pandora”.
Esattamente. Il Vaso di Pandora si è scoperchiato a livello sanitario, così come a livello economico in realtà.
Il nostro paese già scontava un divario notevole rispetto a molti altri paesi occidentali e della zona euro. E questo divario ci sta facendo pagare un prezzo più alto rispetto ad altri sistemi economici che potevano contare su “spalle più larghe”.
Di Coronavirus si è ammalata anche l’economia.
E sicuramente, come nel caso delle contromisure che i governi hanno dovuto adottare per contenere i contagi e limitare le vittime, l’impatto sull’economia dipenderà dalla rapidità con cui si metteranno in campo delle misure efficaci a sostegno dei consumi e dell’occupazione.
A fine Marzo, il Cerved aveva analizzato l’impatto del Covid-19 sulle aziende italiane, ipotizzando due scenari: best e worst case.
Nella migliore delle ipotesi, se la pandemia si fosse protratta fino a Maggio, il giro d’affari bruciato per le imprese sarebbe ammontato, nel biennio 2020-2021, a 275 miliardi di euro.
Nettamente più pesanti le stime del secondo scenario. In questo caso l’emergenza sanitaria si sarebbe protratta fino a dicembre e l’impatto sarebbe stato dell’ordine di una perdita di 641 miliardi.
E purtroppo è in questo secondo scenario che ci troviamo.
Uno shock economico mondiale. Il virus ha oltrepassato ogni confine, ogni continente, contagiando persone e economie.
Alcuni settori economici hanno conosciuto un’età dell’oro in questi mesi. Settori come l’eCommerce e la Logistica, ai quali il Covid-19 ha regalato una crescita del fatturato a due cifre.
Altri invece, che sono purtroppo anche i nostri fiori all’occhiello, come il Turismo e i Trasporti, hanno sofferto una crisi senza precedenti.
Ma la domanda che ci poniamo ora che la tempesta sta passando è: che ne sarà di noi? L’economia ripartirà?
È ancora difficile rispondere a tali quesiti, questa pandemia è in continua evoluzione, colma di incognite e incertezze.
Armatevi di tanta tenacia e volontà.
Ma quindi che facciamo da qui al 2025? C’è modo di recuperare un po’ di terreno?
Ebbene, abbiamo proprio bisogno di tirar fuori la nostra capacità di adattamento.
Adattamento che non significa annaspare, rimanendo a galla, mentre veniamo trasportati dagli eventi.
Le imprese adattive, guidate da Leadership Adattive, sono quelle che si assicurano la sopravvivenza perché sanno anticipare, riorganizzarsi, rispondere rapidamente ai cambiamenti del mercato.
Adattarsi implica rendere il cambiamento e l’innovazione i valori su cui si fonda la cultura aziendale.
E non si tratta di parole impresse sulla carta, magari su qualche Policy Aziendale. Vuol dire fatti, iniziative, investimenti.
Vuol dire mantenersi aggiornati e aggiornare gli skills e competenze del personale, così da poter contare su risorse umane che siano stimolate, curiose, preparate, aperte all’innovazione.
Vuol dire abbracciare l’innovazione, saper sfruttare al meglio le infinite risorse che le nuove tecnologie hanno da offrirci.
Vuol dire responsabilizzare le risorse umane, innescare cicli di apprendimento e miglioramento continuo in azienda, facendo propri ad esempio i principi del Lean Management.
Un’azienda adattiva non solo sopravvivrà oggi a questa crisi; ma prospererà anche nel medio-lungo termine. Perché così come avrà saputo fronteggiare questa grande sfida, domani sarà ancora più in grado di cogliere e anticipare nuove opportunità di crescita e sviluppo.
Proponiamo un esempio apparentemente banale, ma alquanto efficace.
Supponiamo quindi di trovarci di fronte a due aziende che fanno vendita al dettaglio.
Entrambe – pre-covid – avevano adottato una strategia di vendita incentrata solo sugli store fisici, i loro punti vendita.
Nessuna delle due aziende aveva un eCommerce, a mala pena si erano dotate di un Sito web aziendale dal quale gli utenti potevano effettuare operazioni basi e informarsi (sfogliare il catalogo prodotti, il listino prezzi, inviare richieste).
Il 9 Marzo ha inizio il Lockdown ed entrambe le aziende sono “digiune” di eCommerce, ma il titolare di una delle due conosce i marketplace come Amazon, perché acquista di tanto in tanto anche lui attraverso questi store digitali. Sa benissimo che nessun cliente sarà in grado di recarsi in negozio di lì a chissà quanti mesi.
Ha il magazzino pieno di prodotti però, il rischio è che resteranno invenduti. Prende coraggio e decide di provarci: si informa, analizza le funzionalità della piattaforma, i requisiti, gli strumenti: in una decina di giorni approda anche lui su Amazon.
I miliardi non li ha fatti, ma ha continuato a vendere i suoi prodotti con costanza, smaltendo buona parte del magazzino. In più, ha acquisito una certa dimestichezza con gli strumenti eCommerce e le dinamiche del settore.
Ora ha aperto un proprio eCommerce. Fa anche campagne di Email Marketing e SMS Marketing per cercare di attrarre clienti che non siano solo locali, ma anche regionali e nazionali.
L’altra azienda? Sta ancora contando i danni delle perdite di fatturato.
“Il futuro influenza il presente tanto quanto il passato.”
Friedrich Wilhelm Nietzsche
Oggi più che mai dobbiamo farci influenzare dal futuro.
Guardiamo all’innovazione che ci circonda spesso con diffidenza, ammirandone le potenzialità e funzionalità, ma rimanendo distanti quanto basta da non “rischiarcela” in queste lande sconosciute.
Scegliere di cambiare, di innovare, inizialmente potrebbe essere difficile per timore dell’ignoto, delle eventuali conseguenze negative: l’incertezza di fronte all’ignoto ci paralizza.
Ma in una situazione come questa non possiamo permetterci di attendere il “momento giusto” per rischiare, non abbiamo più tempo.
Non solo non abbiamo tempo per adattarci a quelle innovazioni che già ci circondano e che stentiamo ad adottare, ma dobbiamo trovare il coraggio e la volontà di anticipare i cambiamenti.
Forse oggi più che mai, avremmo bisogno di osare. Forse oggi più che mai è meglio sbagliare, ma averci provato; perché – a restar fermi – si rischia di rimanere troppo indietro, troppo isolati nel pantano della crisi.
Se oseremo immaginare il nostro nuovo futuro, ogni “oggi” sarà come porre un tassello per raggiungerlo.
La tecnologia è la linfa di cui abbiamo bisogno.
Adesso dovete chiedervi cosa serve al vostro business.
Vendite? Visibilità? Analisi Dati e Insights? Automazione? Integrazione dei sistemi?
Non vi resta che scegliere gli strumenti che saranno il vostro nuovo volano: E-Commerce, Loyalty Program, Social Network, Mobile App, Outbound, SMS/Email Marketing, ChatBot integration…
Non ti resta che scegliere quella giusta per sbloccare il tuo business e ripartire con una marcia in più!