#Postcovid Ritrovare i clienti

Dove sono i miei clienti?

Non sono spariti, non hanno smesso di spendere, ma hanno cambiato modo di farlo!

Consumatori sempre più digitali. Imprese non molto, ancora.

Uno studio Nielsen rileva l’impatto della pandemia sui fenomeni digitali: la trasformazione in atto rende necessario per le imprese essere presenti in maniera evoluta e autorevole su Internet e Social.

Il Covid-19 ha accelerato alcuni cambiamenti che finora avevamo tutti rinviato. Non una rivoluzione, perché questi fenomeni già esistevano, ma rispetto ad altri mercati nel nostro Paese erano ancora indietro e poco sviluppati.

Dallo studio della Nielsen, effetto Covid, sono 900 mila le persone in più che si connettono a Internet in tutto il Paese. Traffico online che si condensa attorno alla maggior parte delle categorie merceologiche: dal settore dell’elettronica (dove spopolano giganti come Amazon e grandi player come Euronics & Co); della finanza, dello streaming, del gioco e del Food; ma anche della salute e benessere, dell’editoria, degli eventi e media.

Sono davvero poche le categorie che non hanno giovato della crescita del traffico digitale, per motivi del tutto congiunturali tra l’altro. Si devono citare purtroppo settori come il Real Estate, il turismo e i trasporti, per ovvie ragioni legate alla pandemia.

E la situazione appare quindi paradossale:

  • da un lato oggi come mai prima le imprese avrebbero a disposizione un pubblico vastissimo ed in costante crescita;
  • dall’altro ancora non investono adeguatamente per raggiungerlo o per adeguarsi strumentalmente a questo nuovo fermento digitale.

E lo testimoniano chiaramente i dati del report “Retail Index” della IBM. Se infatti le vendite degli store fisici crollano del 75% nel 2° trimestre, l’e-commerce balza del +26% nello stesso periodo.

Un’accelerazione che equivale alla crescita di un quinquennio. Tutta d’un fiato, in un solo trimestre.

Ricordiamo che in quei giorni di lockdown forzoso, molti operatori (sembra un paradosso) sono stati talmente sommersi di ordini che hanno dovuto inventarsi le code virtuali allo store online.

“The wind of change”

Non sarà un fenomeno mordi e fuggi, perché indietro non si torna. La quasi totalità dei consumatori che approda all’e-commerce e ne testa la convenienza e praticità, non ci rinuncia più.

Le ragioni che fanno piacere tanto agli acquirenti lo shopping online sono di varia natura: la trasparenza e possibilità di comparare prodotti e prezzi con immediatezza; il risparmio di tempo; la convenienza (non sempre, ma ricomprende appunto più sfaccettature, inclusa quella del non doversi scomodare).

Quanto vale il mercato e-commerce oggi? Quasi 23 miliardi di euro!

Investire nei momenti di crisi è una strada in salita, ma piena di opportunità.

E affianco alla salita c’è la crescita delle vendite online, che inarrestabili continueranno ad aumentare.

Dobbiamo solo citare, ancora una volta, i numeri per rendercene conto all’instante. Nel nostro bel paese solo il 12% delle aziende opera nell’e-commerce, mentre la diffusione dell’online tra la popolazione ha raggiunto quota 70%, con una media nel 2019 di 41,5 milioni utenti unici.

In sostanza, quell’indotto che vale circa 23 miliardi di euro nel 2020, è realizzato dal solo 12% di quelle impavide imprese che si sono attrezzate con gli store digitali.

Cosa dire a quell’88% di imprese che ancora resta indietro? Presto che è tardi.

L’e-commerce “convenzionale” galoppa, ma inizia a stare già stretto ai consumatori.

Ci sono anche nuovi fenomeni che si stanno affermando, come il Social commerce, evoluzione 2.0 del commercio online e che di apri passo crescono a doppia cifra.

Quindi ora sapete dove sono i vostri clienti. Sono ad un click dai vostri prodotti.
Come raggiungerli? Semplicemente dotandovi di una “CTA” e facendogli sapere che siete online.

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